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Tesoro nel fango Brevettato in Italia un nuovo metodo di depurazione

“QUELLA CHE ABBIAMO messo a punto è una tecnologia e un primato italiano che consente il recupero di materie prime strategiche quali fosforo, magnesio e boro, così come altri nutrienti, acqua ed energia rinnovabile. Ciò consente di cambiare per sempre il paradigma dei fanghi: da rifiuto a risorsa strategica a livello europeo, diminuendo la dipendenza da paesi extra-EU, principali esportatori di tali materie, e creando un nuovo mercato interno con ricadute positive non solo economiche, ma anche occupazionali”, spiega Daniele Basso (nella foto sopra), fondatore e Ceo di Hbi, start up italiana, fondata nel 2016. La società, con sede a Bolzano, ha depositato il quarto brevetto relativo al suo innovativo processo di trattamento dei fanghi di depurazione, sviluppando la propria capacità di rispondere all’esigenza, sempre più sentita a livello nazionale ed europeo, di ridurne lo smaltimento in discarica o l’incenerimento, abbattendo i costi. Stando a dati Ispra, nel 2020, l’Italia ha prodotto circa 3,4 milioni di tonnellate di fanghi provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane, con una crescita del 10% negli ultimi anni, che lascia stimare sia siano stati ormai superati i 4 milioni di tonnellateanno.