HBI ha realizzato un nuovo sistema per il trattamento dei fanghi industriali, dei fanghi da conceria e dei rifiuti biodegradabili: ha ideato, sviluppato e brevettato un sistema integrato modulare che valorizza i fanghi di depurazione, altrimenti destinati a discarica o incenerimento, mediante estrazione di acqua pulita; produzione di energia rinnovabile; recupero di “chemicals” contenuti (materi.ali ad alto valore aggiunto quali ammoniaca. fosforo ed altri macro e micro nutrienti che, una volta raffinati, possono essere utilizzati in agricoltura); riduzione degli scarti finali del 90% con un risparmio economico rilevante; sterilizzazione dei materiali residui. con completa eliminazione della carica batterica, virale e dei residui di farmaci e ormoni.
La tecnologia HBI è una rivoluzione nel trattamento dei fanghi di depurazione per i quali, tra l’altro, l’Unione Europea aperto una serie di procedure di infrazione nei confronti dell’Italia, l’ultima delle quali (la quarta) e la 2017/2181. Un’altra caratteristica distintiva della tecnologia HBI è che il sistema poli-generativo ha dimensioni compatte e quindi può essere aggiunto in modalità plug-and-play per impianti già esistenti sui territori, come la rete dei depuratori comunali, con estrema facilità, permettendo loro di diventare a tutti gli effetti un impianto zero-Waste. HBI sta lavorando per applicare sul sistema integrato anche ai fanghi industriali (da cui recuperare i metalli) e i fanghi di conceria (da cui recuperare il cromo) oltre che ai rifiuti biodegradabili (residui di trattamento della frazione organica dei rifiuti e percolati).
HBI – Human Bio lnnovation (“You must be the change you want to see in the world“ *devi essere cambiamento che vuoi vedere nel mondo), società innovativa che crede nell’importanza di posizionarsi come azienda con l’obiettivo di preservare i sistemi naturali e migliorare il benessere umano e l’equità sociale. Sviluppa soluzioni per l’industria, svolgendo l’attività di ricerca, sviluppo, prototipo azione e dimostrazione di tecnologie innovative e di design per la promozione e l’implementazione dell’economia circolare: propone l’edonismo e la filantropia industriale, sistemi e processi esteticamente curati a servizio delle persone, delle aziende e dello sviluppo sostenibile.
HBI È nata come start-up, fondata a Treviso nell’ottobre del 2016 da Daniele Basso (M.Sc e Ph.D Ingegneria ambientale e EMBA in SDA Bocconi) Che anche CEO Dell’azienda e Renato Pavanetto (imprenditore). In questi anni ha portato avanti le attività di ricerca e sviluppo e di business development a Bolzano grazie alle partnership con UNIBZ- Università di Bolzano, trovando spazio all’interno di “NOI TechPack”(Il Parco scientifico e tecnologico dell’Alto Adige), mentre la parte di progettazione, ingegneria e prototipazione a continuato ad avere base a quinto di Treviso (con CARRETTA Srl, partner tecnico per la robotica e le automazioni industriali). HBI, In pochi anni, ha già maturato un know how di competenze riconosciute a livello internazionale, con all’attivo tre brevetti industriali, che la rendono un partner strategico credibile e affidabile. Ha costruito importanti e durature collaborazioni con il politecnico di Milano, l’ENEA Ed è parte della Piattaforma Nazionale del Fosforo, promossa dal Ministero dell’ambiente. HBI Non si limita a fornire la tecnologia ma affianca l’azienda nel fare questo salto “culturale” che le permette di migliorare la propria impronta ecologica cominciando a pensare in chiave green. HBI, infatti, Si propone di trasformare i comuni depuratori delle acque in bioraffinerie poligenerative, quindi in grado di produrre materiali ad alto valore aggiunto, rinnovabili sostenibili, assieme ad energia pulita, a partire dei fanghi di depurazione, che sono prodotti scarti dei depuratori stessi.l’obiettivo ultimo di HBI è quindi quello di portare innovazioni Green e sostenibile i settori industriali chiave.
Un’altra caratteristica della tecnologia HBI è che il sistema poli-generativo a dimensioni compatte e quindi può essere aggiunto in modalità plug-and-play ad impianti già esistenti e territori, come la rete dei depuratori comunali, con estrema facilità, permettendo loro di diventare a tutti gli effetti un impianto zero-waste. E questo comporta una riduzione del 90% dei fanghi; recupero dell’85% dell’acqua contenuta nei funghi; processo in continuo; no emissioni, non odori; energeticamente autosufficiente; estremamente compatto (0,005 m²/ton/y). La tecnologia HBIè frutto di più di cinque anni di ricerca e sviluppo, oltre 200 test, tre brevetti. Il primo impianto dimostrativo HBI sarà inaugurato ad aprile 2021 presso il depuratore di Bolzano.
“La tecnologia sviluppata e brevettata da HBV-spiega Daniele Basso-è all’avanguardia in quanto esempio concreto di sistema circolare sostenibile, che trasforma un rifiuto come i fanghi di depurazione materiali e rinnovabili nella completa assenza delle emissioni e degli impatti ambientali che tuttora caratterizzano la maggior parte delle soluzioni tecnologiche disponibili. La nostra tecnologia, infatti, integra due processi innovativi per il trattamento dei residui biodegradabili consentendo di trasformare un comune depuratore delle acque in una bioraffineria poligenerativa con una riduzione fino al 90% del materiale da inviare allo smaltimento finale. Di conseguenza, genera un triplice enorme beneficio ai depuratori.in primo luogo, si possono in modo drastico diminuire i costi sinora sempre crescenti di smaltimento del fango, con vantaggi, quindi, anche per le bollette dei cittadini.inoltre, dai funghi si possono recuperare materiali di alto valore aggiunto in modo totalmente sostenibile e rinnovabile.tutto questo, ed è il terzo beneficio, producendo energia pulita. La nostra tecnologia consente, infatti, di separare, e quindi recuperare, materiali ad alto valore aggiunto dei fanghi di depurazione e la nostra auto termica dei processi, combinata con la possibilità di produrre energia rinnovabile dei fanghi stessi, consente al sistema di essere totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico. infatti, il contenuto energetico potenziale del fango, inutilizzabile a causa dell’elevato contenuto di acqua nei funghi stessi (superiore al 70%), viene reso chimicamente utilizzabile dal sistema e quindi impiegato, sottoforma di energia elettrica e termica, per sostenere l’impianto.
HBI ha ha, inoltre, sviluppato e brevettato un dispositivo mediante il quale il sistema integrato risulta essere completamente privo di emissioni gassose ed odorigine.
I materiali estraibili su cui oggi HBI si sta concentrando sono l’ammoniaca e dei macro nutrienti, quali il fosforo. In prospettiva, si potranno separare ed estrarre anche altri materiali, a tutti gli effetti rinnovabili totalmente sostenibili e a zero emissioni.quindi, se oggi HBI è riuscito a ottenere una riduzione di quasi il 90% del materiale che ho già avviato a smaltimento finale (tipicamente discarica ed incenerimento), Nel medio periodo questa percentuale sarà destinata ad aumentare, tendendo allo sfidante obiettivo del “rifiuto zero””.